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Il mio animale totem

Tempo fa ho trovato una pagina con dei suggerimenti per trovare il proprio animale totem. Ho provato e il risultato è stato sorprendente, coinvolgente, realistico. Oggi, come tante altre volte, è venuto a trovarmi e mi è venuta voglia di condividere con voi quello che avevo scritto quel giorno, per non rischiare di dimenticare qualche dettaglio.
Ho chiuso gli occhi, seduta sul divano, ho cercato di rilassare il corpo e liberare la mente, respirando lentamente. Credo che sia stato un viaggio molto faticoso anche se in tempo reale non credo sia durato moltissimo. Era tutto molto scuro, buio, notte fonda, non riuscivo a vedere niente, poi a un paio di passi da me, alla mia sinistra, un grande tronco d’albero nodoso. Mi sono appoggiata e l’albero aveva una spaccatura in mezzo, verticale, ho guardato un po’, ho fatto fatica ed entrare essendo stretta e io invece non molto piccola. Non so se per scarsa concentrazione ma è stato veramente faticoso, ci ho messo tantissimo a entrare. Sentivo il ruvido della corteccia, l’odore di bosco, del legno. Nella parte interna c’erano alcune formiche e altri insettini marroncino grigiastri. Una volta entrata appena ho appoggiato per terra il secondo piede, il sinistro, sono scivolata nel vuoto. È stato un “salto” piccolo che mi ha portata in una piccola grotta ma “il soffitto” era piuttosto alto. Ho guardato indietro da dove ero venuta e intorno al buco da cui ero uscita erano grandissime le radici dell’albero da cui ero entrata. La grotta era scura, ma non tanto da impedirmi di guardare intorno. Si sentiva gocciolare di acqua, acqua era a terra e le rocce molto scure, quasi basalto completamente umide. Ho subito notato un pipistrello in alto a sinistra appoggiato ma non pensavo che fosse la mia guida. Davanti la grotta era stretta, ho messo la faccia nell’acqua, sapevo di dover passare sott’acqua per attraversare sul breve tunnel . ho guardato di nuovo in alto ed è passata una lucciola, a quel punto dal pipistrello si è diramato un piccolo fascio di luce che indicava il tunnel e ho capito, con meraviglia, che sarebbe stato lui a guidarmi. Ho pensato che fosse una femmina. Io ero distesa nell’acqua a pancia in su e ho pensato “sono morta nell’acqua” . Mi sono buttata nell’acqua ma subito dopo il tunnel c’era un’altra piccolissima grotta appena illuminata da un chiarore che non capivo da dove venisse. Il pipistrello era alla mia destra…. Dovevo scendere una scala stretta e ripidissima completamente bagnata di quella stessa roccia nera e viscida. Ho avuto tanta paura, mi sono messa sulla scala al contrario, a pancia in giù e cercavo di aggrapparmi con le ma ni per paura di scivolare. Non volevo scendere…. Poi piano piano ho iniziato a muovermi di lato avanzando con un piede alla volta, gli scalini erano piccolissimi…. Ma nonostante la prudenza sono scivolata.  Sono caduta al di fuori della grotta. Una radura, con la roccia e la montagna, stavolta  grigia e asciutta, foresta alla mia sinistra. Era l’alba dritto davanti a me, guardavo a est quindi. Autunno, un tappeto scalpicciante di foglie secche gialle e rosso scuro scricchiolava sotto i miei piedi. L’aria era ferma, umida ma né caldo né freddo. In mezzo agli alberi a sinistra un cervo, che mi mostra i denti e gli occhi “di fuori”, un aspetto cattivo. Dovevo bere, a destra, dietro la roccia da cui ero uscita, sgorgava uno zampillo d’acqua dalle pietre, un tafano era appoggiato sopra di esse. Ho bevuto un paio di sorsi, era fresca ma non ho sentito il sapore adesso che ci penso. Intanto che bevevo ho visto passare una biscia, sottile, completamente verde, un verde chiaro, prato forse, ma ho pensato che non fosse il mio totem e che io stavo cercando un uccello. Ho visto una quaglia. Dopo che ho bevuto faccio per avanzare di pochi passi in direzione del sole e la biscia era attorcigliata intorno al mio polpaccio sinistro. Non stringeva, non mi faceva male. Ma io nonostante questo non la sentivo amica, cercavo di camminare ma ero inquieta. Il fatto di avere la biscia attorno alla gamba mi dava una sensazione di fastidio. Ho visto volare un piccolo falco in alto, poi è sceso in picchiata e mi ha affondato un artiglio nel ginocchio. Mi ha detto “non ti muovere”, io non avevo paura ma ho pensato che un animale non potesse parlare e lui me l’ha detto di nuovo guardandomi in faccia. Ha aperto il becco e ha divorato la testa della biscia che si è srotolata all’istante e si è trasformata in cenere. Mi ha detto di soffiare sula cenere e al mio soffio si sono sprigionate tante piccole scintille. Ogni tanto rivedevo il cervo cattivo dietro gli alberi ma capivo che aveva timore del falco e di là non si sarebbe mosso. Si è appoggiato al mio polso sinistro e mi ha detto di alzarmi. È volato in alto verso il sole e io cercavo di capire quale fosse il suo nome e gli ho detto qualcosa. Lui mi ha risposto di essere soltanto un falco e di non avere un nome. “non inventare cose che non esistono, sono soltanto un falco” e io ci sono rimasta perché quello che mi ha detto era un qualcosa di molto importante per me in questo momento. Si è avvicinato di nuovo e mi ha detto di non fidarmi delle apparenze “vedi, io che ti ho fatto male ti ho salvata, la biscia non ti faceva male ma non ti lasciava camminare, adesso corri! Corri!” e ho fatto una corsa verso il sole per seguirlo finendo dritta in un tuffo in una specie di piccolo lago. Lui dall’acqua ha afferrato qualcosa, mi sembrava un pesce poi ho pensato che i falchi forse non mangiano pesci, magari era un topo ma ho guardato bene ed era un altro uccello. Vedevo solo la testa, come non so, di un airone come forma, era tutta nera di pece. E si muoveva, e il falco lo sbranava co becco. Mi ha detto “vedi, questo è il male, puoi divorarlo quanto ti pare ma non muore mai”. A quel punto nuotavo nell’acqua, so che avrei dovuto tornare indietro dalla grotta, ma l’acqua era talmente poco profonda che il fondo era il pavimento di casa mia e mi sono ritrovata dov’ero.

FALCO, Messaggero. Rappresenta il potere della visione, la sapienza e la tutela. Il Falco porta con sé un messaggio di transizione e di cambiamento, consente di sviluppare chiarezza interiore e di diventare più attenti ai segnali che l’Universo ci sta inviando. Con la sua vista perfetta ci aiuta a sapere esattamente dove siamo. Favorisce la comunicazione e la creatività, ci incoraggia ad elaborare una precisa strategia prima di mirare ai nostri obiettivi. Il Falco ci dice che dobbiamo avere un preciso intento. Quando appare, siamo chiamati a concentrarci sui nostri desideri al fine di riuscire a tradurre in pratica i nostri sogni. Il fatto che il Falco sia una creatura solare può significare che c’è qualcosa nella vostra vita verso la quale nutrite una profonda passione. Il Falco vi chiede di coltivare questa passione e di fare tutto il possibile per trarre da questa vocazione i massimi risultati, sia per beneficio vostro, sia per offrire il vostro talento al mondo. Rendete dunque la vostra passione una realtà da perseguire, con metodo e con il potere della tattica, proprio come fa il Falco quando si avventa sulla sua preda.

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