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Pensieri...



Vorrei che le mie mani fossero in grado di salvarmi stanotte, salvarmi dai pensieri, salvarmi da tutte quelle cose che mi girano in testa, aiutandomi a mandarle fuori, con un urlo, con un pianto inconsolabile, con un foglio e una penna. E vorrei essere sempre capace di dire quello che provo, trasformo le emozioni in parole, verissimo, ma sono solo le mie. I miei dolori, i miei attacchi improvvisi d'amore che straripa, i miei rigurgiti amari che nascono nel pozzo profondo dell'anima. Quante cose non ho detto? Quante non ne dirò? Come quella volta che volevo scrivere una lettera alla mia migliore amica. Per darle quell'abbraccio che sento di negarle sempre, per dirle "grazie, amica mia, di esserci sempre, di sopportare i miei lunghi e deliranti silenzi, le mie imperdonabili assenze, grazie per essere l'unica a sapere come ci si sente e regalarmi sempre con disinteresse la tua comprensione. Comprensione che sarei stata felice di non avere, perchè anche io so come ci si sente e certe cose vorresti essere l'unico al mondo a provarle, quando fanno così male. Grazie per la tua presenza che non diventa mai invadenza, per il tuo affetto smisurato, per le risate e le serate insieme. E scusami, scusami con le lacrime agli occhi per tutte le volte che ti trascuro pensando solo a me stessa, impegnando le mie energie solo per uscire dai miei dolori folli o per cercare soluzioni alla mia vita incasinata". Come tutte le volte che avrei voluto chiedere scusa alle persone che continuano ad essere presenti nella mia vita, nonostante io non lo sia più nelle loro, nemmeno con una telefonata o un semplice sms. Ci sono momenti nella vita che ti portano via, impegni che richiedono sforzi di quelli che devi tenere i denti stretti stretti e aggrapparti forte per non cadere, allora vedi solo la strada che hai davanti, scordandoti di tutto il resto. Poi ci sono le cose che vorresti dire ma non puoi, perchè ogni volta che le dici si scatena il finimondo. E allora te le tieni nel fondo del cuore e lasci che ti corrodano dall'interno, senza possibilità di salvezza. Che forse, se mai raggiungerai quella meta per cui hai rinunciato a tutto il resto, sarai talmente stanco che vorrai solo dormire, chiudere gli occhi, non pensare più a niente, non dover più credere a nessuno, non dover più preoccuparti se qualcuno sta male, se quel qualcuno non si preoccupa per te. Ci sono dicembri freddi che si ripetono nel cuore, senza smettere mai, stringendolo nella morsa di un gelo che non si guarisce. Che brucia i germogli. E poi... solo il silenzio, il silenzio di un tempo interminabile. E in tutto quel tempo un dolore che non molla neanche per lasciarti il tempo di un respiro. 

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