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Le mie parole sono mani




Ti sto parlando.

Ora che te ne vai
la tua voce,
luce di stella,
diventa riflesso tremulo
su sponde irrequiete

Notte,
pennellate di vernice arancio
e neon,
si allunga impalpabile,
inghiotte Budapest
e le sue case
si spoglia dai suoi colori
ti cerca negli angoli

Ti sto parlando.

Le mie parole
sono mani
i miei occhi
specchi in pezzi
i miei respiri onde,
ti trovano immobile

Il buio avvolge la città,
soffio che si ripete
all'infinito
Orizzonte livido
si ferma in bilico
sopra i miei occhi

Ti sto parlando.

Sono quell'acqua
che ti spacca in due,
che nel silenzio
della sera
scivola prepotente
fino a te

Adesso muoviti,
ma senza andare via...

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